C’è qualcosa di affascinante nell’ascoltare un concerto nell’aula magna di un’università o in un istituto di cultura. Perché succede che mentre le orecchie si lasciano accarezzare dai suoni, gli occhi e la mente si lasciano sedurre da quei muri e da quegli ambienti che trasudano bellezza, quella della cultura e dell’architettura.
Come accade all’Accademia di Danimarca, il cui auditorium lunedì 18 ospita la pianista Maria Garzon in un concerto dal titolo “La musica di Ullman e la Memoria della Shoah”. Pochi sanno che l’Accademia di Danimarca, progettata dall’architetto danese Kay Fisker, è l’unico esempio di funzionalismo scandinavo nel panorama architettonico romano. Un’opera che sa coniugare perfettamente l’estetica formale con le esigenze pratiche, giocando sul tema degli opposti, con le luci che si specchiano nelle ombre e le prospettive orizzontali che intersecano visioni verticali.
L’Accademia di Danimarca è formata da tre distinti bracci. Uno ospita gli alloggi per i borsisti, l’altro la biblioteca e il terzo l’auditorium per i concerti. È in questo spazio, dove si respira l’amore per l’arte e per la civiltà, che va in scena una pianista che ha dedicato gran parte dei suoi studi al grande compositore ebreo Viktor Ullmann, un musicista che all’apice della sua carriera venne deportato e ucciso ad Auschwitz.
La pianista spagnola Maria Garzon, che vanta premi ed esibizioni in tutto il mondo, propone un repertorio che spazia da Ullmann ad Albéniz, librandosi, con le sue dita sulla tastiera, tra le memorie amare dell’Olocausto.
Cambiamo location e cambiamo artista, ma è ancora una donna a stupirci. La clarinettista tedesca Sabine Meyer, nota al grande pubblico per essere stata per molto tempo primo clarinetto dei Berliner Philharmoniker prima di scegliere la carriera di solista. La Meyer si esibisce sabato 23 nell’Aula Magna della Sapienza in un concerto che spazia dalle Danze Polovesiane di Borodin all’Uccello di fuoco di Stravinskij, dalla suite Scaramouche di Milahud al Preludio e Gavotta di Šostakovič.
Ma non sarà sola. Ad affiancarla sul palco l’Alliage Quintett, un ensemble unico composto da quattro sassofonisti e una pianista. Il gruppo coltiva insolite sonorità quasi sinfoniche ed esprime al meglio il multiculturalismo grazie al mix di nazionalità diverse dei componenti, dal Canada alla Germania, dall’Armenia alla Corea. L’incontro tra il clarinetto di Sabine Meyer e i sassofoni del quintetto si rivela eccitante, laddove l’espressività dinamica dei sassofoni, combinata con il clarinetto, regala un sound di grande attrattiva.
Lunedì 18 febbraio. La musica di Ullman e la Memoria della Shoah – Concerto della pianista Maria Garzon presso l’Auditorium dell’Accademia di Danimarca, via Omero 18, Roma. Tel. 06 3265931.
Sabato 23 febbraio. Sabine Meyer e Alliage Quintett in concerto presso l’Aula Magna dell’Università La Sapienza, piazzale Aldo Moro 5, Roma. Tel. 06 3610051-2.