Se cercate informazioni sui vini romani, rimarrete abbastanza delusi. Infatti, nonostante il Lazio sia una regione che produca molto vino, la maggior parte viene consumato in casa. Non credo che su 100 persone ce ne sia neanche una che chieda o offra un vino laziale fuori dalla regione. E anche davanti a esempi di vini buonissimi, prevale un certo razzismo enologico per cui in molti, soprattutto i romani stessi, si sentono di poter liquidare un’intera produzione vinicola come “ cheap”. E se è vero che alcuni bianchi da “due lire” hanno rovinato l’immagine enologica di queste terre antichissime, dove si produce vino da ben prima dell’arrivo dei romani, non è possibile che non ci sia qualcosa di interessante da provare. Andiamo allora a dare un’occhiata più da vicino.
Il Trebbiano e la Malvasia sono i due vitigni di riferimento da cui traggono origine la maggior parte dei bianchi laziali. Il primo è uno dei vitigni più coltivati in Italia per la sua enorme produttività e la sua neutralità aromatica che consente di produrre vini relativamente inoffensivi. Negli anni settanta e ottanta sono stati prodotti decine di milioni di ettolitri di Bianchi da dimenticare e questo ha avuto un impatto sulla memoria dei consumatori. La Malvasia, che al contrario del primo è un vitigno aromatico, molto profumato, che si coltiva dalla Sicilia alle Alpi, diventa teoricamente un compagno di assemblaggio perfetto. Due vini rappresentativi di questo incontro sono il Frascati e l’Est! Est!! Est!!!
Nel primo caso si è generalmente davanti a un bianco che, nel migliore dei casi, riesce a intrecciare una ghirlanda di profumi di limoni freschi, mandorla, pesca gialla con qualche nota lievemente erbacea e minerale. Da segnalare talvolta anche la presenza di altri due vitigni autoctoni come il Bombino, che aggiunge freschezza e sentori di frutta matura, e il Bellone, con le sue note tipiche di miele e pompelmo. I Frascati si possono fregiare anche della tipologia Superiore che garantisce standard qualitativi più alti. E, se vi capitasse a tiro, approfittate per un assaggio della versione dolce: il Cannellino prodotto grazie all’appassimento delle uve per via della muffa nobile che fa evaporare l’acqua, concentrando gli zuccheri e rendendo il vino più caleidoscopio.
L’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, sempre a base di Trebbiano e Malvasia di Candia, si produce sulle rive del lago di Bolsena. Generalmente è un bianco abbastanza scorrevole, molto semplice che nei casi migliori, però, tira fuori un incrocio piacevole di ginestra gialla e cedro, con profumi di torba e un lieve tratto affumicato.
E poi c’è l’Orvieto a base di Grechetto, vitigno che regala piacevoli sentori di scorza di limone, pesca bianca e fragoline di Nemi, unito a Trebbiano e Malvasia. L’Orvieto viene prodotto tra Umbria e il Lazio ed è uno dei vini bianchi più longevi e seducenti d’Italia.
E i rossi? Beh, non ci sono tanti vini rossi in Lazio, se non alcuni Super Tuscan style, o meglio Super Lazio, cioè vini a base di vitigni cosiddetti internazionali come il Cabernet Sauvignon e il Merlot, generalmente vinificati in piccole botti di rovere francese (barrique). Ma il mio consiglio è quello di rivolgere lo sguardo verso alcuni autoctoni dal carattere intrigante, come l’antico Cesanese del Piglio, coltivato prevalentemente nella zona di Frosinone, che produce vini abbastanza concentrati, muscolari pieni di prugne mature, tabacco, cuoio e more. Tra alcuni vitigni rari, mi è capitato di assaggiare un paio di esempi di Lecinaro con straordinari tratti di sapidità, mora selvatica e pepe nero.
Conoscere i vitigni che compongono un vino ci offre solo una delle chiavi di lettura del suo carattere. Per avere una completezza di informazioni è necessario conoscere almeno la struttura fisica dei suoli e il clima di quella data regione. E la cosa qui si fa interessante perché il Lazio è praticamente un parco di vulcani estinti. Questo significa che le vigne affondano le proprie radici su suoli antichissimi, ricchi di minerali che possono contribuire ad aumentare considerevolmente la complessità aromatica ed il piacere gustativo dei vini.
Non omologatevi a ciò che bevono i più, provate ad allargare gli orizzonti e durante le prossime vacanze romane, sfidate il vostro sommelier a scegliere qualche vino del territorio che più si adatta al vostro temperamento. Prosit!