A volte esistono dei connubi perfetti, nei quali si realizza una fusione armoniosa tra spazio e musica. Succede al Teatro Arciliuto di Roma, che giovedì 4 aprile ospita Federico Sirianni, premiatissimo cantautore genovese, per un concerto dalle atmosfere intime ed avvolgenti. Difficile non parlare di teatro canzone quando sul palco si esibisce Sirianni, raffinato cantautore che negli anni ha saputo costruire un bagaglio musicale unico e impareggiabile, attingendo tuttavia dalla musicale poesia di Giorgio Gaber e Vinicio Capossela, di Fabrizio de Andrè e Bruno Lauzi, di Bob Dylan e Tom Waits.
Degno erede della scuola genovese degli anni ’60 del secolo scorso, Federico Sirianni va ben oltre quel movimento culturale ed artistico, e supera confini territoriali e mentali, innamorandosi di culture altre come quella dell’Europa dell’Est e del Portogallo. I suoi lavori sono concept album che conducono l’ascoltatore attraverso viaggi nella contemporaneità, nel nostro essere umani e disumani. Facile con lui scivolare da atmosfere americane narrate on the road, a suggestioni folk di gusto balcanico, sulle cui note non riesci a restare fermo sulla sedia. Se l’intimità di brani come Neve e Melodia per occhi stanchi ci accompagna su morbide sonorità quasi sussurrate, l’ironia sprezzante di Nato sfasciato ci riporta all’amara verità di chi prende la vita di schiena e sedere, per citare lo stesso autore.
La ricerca lessicale di Federico Sirianni è accurata, sofisticata, lucida, diretta, tanto da farti addirittura innamorare di certe parole che diresti indovinate, azzeccate, talvolta perfette. Come non incapricciarsi di un cielo anice, di un amore che va a fondo come il Cristo degli abissi, di un cristallo che possa sciogliersi sulle tue vesti? Frasi che, annodate come foulard di seta alle note che le accompagnano, disegnano mappe di delicata poesia. Una voce calda, a tratti roca, ci fa sentire a casa mentre ascoltiamo un sound che ha la familiarità di un background artistico a noi noto, perché è quello del buon cantautorato italiano.
Racconta storie, Sirianni: storie che incontra per strada, al bar, storie con cui si imbatte casualmente, o talvolta se le va a cercare, e le fa sue, fermandole sulla carta e suonandole con la chitarra per trasformarle in sinuose ballate. Un artista che è un cantastorie, un visionario, un illusionista capace di farci librare leggeri sul filo del racconto anche se restiamo seduti su una comoda poltrona.
E se ad ascoltarlo siamo all’interno del teatro Arciliuto di Roma allora la magia si compie pienamente, perché non può esserci luogo più artisticamente seducente di questo piccolo teatro ricavato all’interno di una dimora cinquecentesca. L’Arciliuto nasce come teatro nel 1967 all’interno di Palazzo Chiovenda, progettato e costruito nel sedicesimo secolo dal grande architetto Baldassarre Peruzzi, discepolo di Raffaello. Qui i muri trasudano arte, storia, poesia.
Lasciandosi avvolgere dalla pietra calda delle pareti alternata al rosso cupo del pavimento ci si predispone ad un viaggio senza ritorno nei precipizi dell’animo umano.
Federico Sirianni, giovedì 4 aprile. Teatro Arciliuto, piazza di Montevecchio 5, Roma. Tel. 06 6879419 – info@arciliuto.it.